Marco Falasca

  Marco Falasca

Marco Falasca si è laureato nel 2019 in Architettura alla Sapienza. Ha vinto poi la selezione per diventare Project Architect per lo studio internazionale MAD, fondato nel 2004 dall'architetto cinese Ma Yansong ed il cui studio romano è coordinato dall'architetto Andrea D'Antrassi. 

T.R.A.M.A. 


La sua tesi di laurea, T.R.A.M.A. (Trattamento Reflui Acque Meteoriche e Alluvionali), è un progetto ambizioso che aspira a recuperare in termini urbani, architettonici, ecologici e sociali l'ansa generata dall'andamento del fiume Aniene nel suo tratto urbano all'altezza di Ponte Mammolo, ad est della città di Roma, un Eco-parco che svolge contemporaneamente una funzione didattica ed una museale e che valorizza una significativa ansa del fiume. 

Il parco eco-didattico è disegnato in funzione dell'innalzamento delle acque nell'eventualità di forti fenomeni di precipitazioni, in modo da gestire e ridurre il carico idrico delle piene alluvionali. Viene progettato inoltre uno smaltimento sostenibile ed il recupero di fanghi provenienti dal vicino depuratore dell'Acea, grazie alla creazione di due grandi bacini di ritenzione idrica, in grado di assorbire il fenomeno delle bombe d'acqua e quello delle piene alluvionali.  
Per quanto riguarda l'aspetto architettonico, il centro di ricerca ha uno sviluppo volumetrico fluido e organico, con quattro livelli che si articolano in un insieme di piazze e percorsi sopraelevati. Prevede al suo interno anche funzioni come l'esposizione museale, la didattica ed una piccola componente residenziale.  


 Mad Architects, YueCheng Courtyard  Kindergarten (Pechino)


L'asilo commissionato dallo Youechen Group è un perfetto esempio di integrazione generazionale    poiché è collocato in prossimità di una casa di riposo per anziani; questa situazione rende possibile  integrare l'educazione prescolare dei bambini con la cura degli anziani.


Il YueCheng Courtyard Kindergarten sviluppa proprio il tema delle tre età dell’uomo, e dei loro rispettivi tempi, sia attraverso l’architettura sia attraverso le persone che lo abitano, rispondendo così all’obiettivo del committente che richiedeva di perseguire l’“integrazione intergenerazionale”. Questa struttura è un esempio di integrazione a 360 gradi ; a livello architettonico infatti possiamo notare che la struttura è stata realizzata in un area in cui è presente una residenza Siheyuan risalente   al XVIII secolo , un cortile degli anni '90 del XX secolo ed un edificio moderno. Il progetto dal grande impatto visivo è comunque rispettoso delle preesistenze, antico e moderno convivono in un dialogo armonioso e conservano al contempo la propria individualità.


L'elemento distintivo del progetto è la copertura, il tetto rosso che sembra galleggiare tra le strutture crea un atmosfera magica per i bambini. E' un luogo da vivere, in cui i bambini possono giocare essendoci un parco giochi per sport ed attività all'aperto.


Gli architetti hanno creato un impianto di cortili per salvaguardare gli alberi antichi presenti nell'area ed inglobare le strutture storiche preesistenti.
Qui la natura diventa il soggetto principale e l'architettura invece le gira intorno”

-Ma  Yansong


Gli architetti hanno concepito gli spazi educativi come un unico spazio fluido, privo di pareti divisorie, ma inframmezzato da pareti curve in acciaio con funzione strutturale, che perforano il controsoffitto formato da una griglia di alluminio continua pensata per enfatizzare l’unitarietà degli ambienti. La ragione di uno spazio educativo unitario è di ordine pedagogico-educativo, e si riferisce alla processualità nella formazione dei bambini che viene da loro esperita facendoli convivere in ambienti distinti, ma uniti, dove i più piccoli, stimolati dalla curiosità, possono vedere quello che fanno i più grandi, così da imparare quanto li attenderà di lì a pochi anni e quindi di vivere senza traumi il passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia, mentre i bambini più grandi, osservando i più giovani, ricordano quello che erano.


                                                                                                             
A cura di Elisa Angeloni e Martina Bilotti



Commenti

Post più popolari