Imprinting
Ho pensato molto a cosa scrivere e soprattutto mi sono chiesta se ho un luogo dell'imprinting, so per certo che ho spesso difficoltà nel ricordare i miei primi anni di vita e la cosa strana è che ho ricordi positivi, ma spesso quelli più vividi non sono quelli. Dopo averci riflettuto molto credo che i luoghi che ricordo meglio ed in cui ho passato gran parte della mia infanzia siano quei luoghi che considero come casa. Non sono tanto dei luoghi impressionanti o spettacolari ma sicuramente avendoci trascorso molto tempo sono senza ombra di dubbio rimasti impressi nella memoria come fotografie, anche se gli spazi cambiano nel tempo e vengono anche percepiti in maniera differente credo che questi luoghi per me rimarranno sempre nella mia memoria in quello stato anche se in realtà nel tempo si sono modificati.
Ho passato molto tempo durante la mia infanzia a casa dei miei nonni materni e paterni, nel primo caso l'immagine che ho impressa è molto poco spettacolare ma d'altronde credo che un luogo per lasciare una forte impressione non debba per forza essere spettacolare. Il luogo in questione non è la casa nel suo insieme ma una piccola stanza in cui ho passato tantissimo tempo; la stanza era sì piccola ma ricolma di cose, ricordo un tavolino rosso di quelli da bambini che si utilizzavano per disegnare, una libreria piena di libri, colori, giocattoli delle merendine e materiali per il cucito. Sul divano era onnipresente un lenzuolo ed il resto della stanza era riempito da una scrivania con sopra una macchina da cucire ed un televisore collocato all'angolo della stanza. Per quanto riguarda l'illuminazione ricordo che non era ottimale , c'era una finestra con delle tende bianche ricamate ma essendo il piano leggermente interrato non entrava molta luce naturale e quindi la lampada era perennemente accesa. Entrando nella stanzetta si notava subito una vetrata che rendeva visibile il salotto e la sala da pranzo, proprio da quella vetrata collocata sopra il divano mi ricordo che mia nonna mi passava la merenda. Ricordo le ore passate seduta su un seggiolino disegnando usando come supporto il tavolino rosso e giocando con le costruzioni. Il televisore era di colore grigio scuro e c'era sempre qualche cartone animato da vedere, la tv rimaneva quasi sempre accesa in sottofondo anche se nessuno la stava guardando.
Mi sono chiesta il perché un luogo così semplice possa rimanere così impresso nella memoria;
la risposta che mi sono data è che probabilmente non è solamente il luogo a lasciare su di noi una certa impressione ma ci sono tanti aspetti che vanno considerati: le persone con cui abbiamo trascorso quel tempo, le attività fatte in quei luoghi, i momenti felici o tristi che si sono passate in quei luoghi ecc...
MORBIDO - COLORATO |
Il secondo luogo è uno spazio aperto, il giardino dei miei nonni paterni e l'area più di lavoro della proprietà piena di camion e trattori. Entrando dal cancelletto la prima cosa che si notava subito erano le rose di mia nonna, sempre bellissime e curate, rosse e con uno stelo piuttosto alto. Si notava immediatamente il portico con delle mattonelle rosse in cui era parcheggiata una delle macchine e due biciclette, una mia ed una di mio cugino. Nel portico c'era l'accesso alla sala da pranzo-cucina che era la stanza in cui si passavano le giornate e poi c'era l'accesso alla casa vera e propria, la terza porta conduceva ad una stanza-ripostiglio in cui si tenevano alimenti, acqua ed altre cose ed infine c'era una porta scorrevole che si apriva su un ampio giardino. La parte pavimentata il quale perimetro aveva un andamento curvilineo era molto ampia ed a ridosso del muro c'era un dondolo con dei cuscini a righe bianche e blu, mi ricordo l'erba sempre perfettamente tagliata e di un bellissimo verde, mai secca. C'erano due alberi molto alti e robusti ed altre alberature come ulivi e chamaerops , inoltre la parte pavimentata era circondata di vasi contenenti rose e sulla sinistra c'era una fontana di forma rettangolare. Di fronte all'abitazione c'era sulla sinistra l'ufficio e sulla destra una struttura con due stanze ed un bagno. In fondo incorniciata da queste due strutture c'era una grande pianta di fico, dietro alla quale iniziava lo spazio destinato ai macchinari. Inutile dire che non mancavano mai le siepi , che incorniciavano la proprietà in ogni suo lato.
Ricordo che io e mio cugino prendevamo le biciclette e facevamo vari giri partendo dalla zona dell'abitazione ed arrivando sino al cancello della parte propriamente lavorativa, passando per la zona pavimentata ed i capannoni in cui erano parcheggiati i camion e spesso facendo qualche fuoristrada nella zona contenente le piante ed a volte passando in mezzo alle altissime palme e prendendo velocità saltavamo con le nostre biciclette sulle dune che si formavano tra una pianta d'ulivo e l'altra. Spesso io e mio cugino provavamo a costruire qualcosa , come piccole casette rifugio fatte di mattoni ed assemblate con del cemento, le collocavamo sul terreno asfaltato e puntualmente dopo un pò di tempo sparivano probabilmente perché davano fastidio. Ricordo lo spazio dedicato alle galline; un'area rettangolare con un muretto di base in mattoni e una recinzione in ferro verde , mia nonna le faceva uscire al mattino e poi la sera rientravano da sole al battito delle sue mani. Tra le tante cose fatte con mio cugino che per me era come un fratello ricordo che ci piaceva scavare in un punto ben preciso, una volta attraversati gli spazi destinati ai mezzi in fondo alla strada asfaltata c'era una struttura dalla forma singolare che serviva a caricare oggetti nei cassoni dei camion, ma a noi al tempo sembrava un luogo strano in cui scavando potevamo trovar qualcosa. Il perimetro di questo elemento era ben definito aveva una forma rettangolare e ovviamente una rampa l'esterno aveva dei muri mentre internamente vi era della terra, proprio per questo scavando speravamo di trovare qualcosa di inaspettato; ricordo ancora di quanto mio cugino fosse convinto che lì sotto doveva esserci un'auto che era stata rubata a nostro nonno. Inutile dirlo non trovammo mai nulla ma ci divertimmo davvero moltissimo in questi spazi così ampi , circondati dalla natura e curiosi di scoprire cose nuove.
Queste scalette non potrò mai dimenticarle, erano per noi luogo di sosta e di chiacchiere sin da piccolissimi.
Riflettendo invece su come questi luoghi possano ispirare il mio progetto la conclusione a cui sono giunta è che in una struttura che si occupa di salute mentale è fondamentale far sentire le persone in difficoltà a casa; spesso per chi soffre di ansia - attacchi di panico e depressione è un impresa anche solamente riuscire ad uscire di casa quindi credo che riuscire a rendere l'ambiente caldo ed accogliente, ricco di colori e soprattutto di natura sia la chiave di lettura con cui il mio imprinting può effettivamente fare la differenza in un progetto di questo tipo.
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